venerdì 27 gennaio 2017

A German Life - Recensione








Ogni anno, in questo periodo, escono tanti film e documentari sull'Olocausto. E' inevitabile che di anno in anno diventi sempre più difficile e complesso raccontare ciò che è successo, ciò che è stato. Questo perché le tecniche narrative non lasciano spazi a grandi rivoluzioni, a grandi sconvolgimenti, soprattutto se si parla di un argomento molto delicato come quello trattato. Il rischio è quello di ripercorrere gli stessi percorsi e ciò che varia è il livello di realismo e gli intrecci narrativi legati alle esperienze dei sopravvissuti. Ed è così che diventa veramente facile che si costruisca il pericolo dell'assuefazione di fronte certe immagini e certe storie. 

A German Life, documentario - intervista a quella che fu la segretaria di Goebbels, tenta di raccontare qualcosa in più, o meglio qualcosa di diverso. E' uno di quei film per tutte le stagioni, quelli che non per forza vanno visti il giorno della memoria (anche se può essere un'occasione). I curatori del progetto fanno una cosa molto semplice, tentano di prendere un punto di vista particolare, diverso, di chi in quegli anni non era tra i perseguitati, tra i maltrattati e gli emarginati. Il punto di vista di una donna tedesca; in questo caso è una donna tedesca molto particolare, in quanto si tratta una delle ultime testimonianze dirette di chi stette al fianco di uno dei personaggi più influenti del Terzo Reich. L'alternarsi di frasi semplici, banali, frasi che sembrano essere estratte da una esperienza ordinaria, con filmati inediti dell'epoca, crea nello spettatore un senso di contrasto e fastidio. Per la prima volta sul grande schermo viene portato l'enigma del consenso, che spiegò molto bene Kershaw nel suo "Hitler e l'enigma del consenso", mescolata all'espressione geniale della Arendt: la banalità del male.
L'idea è straordinaria e il risultato esaltante.

Se volessimo fare delle critiche sono queste:
- La prima è legata alla scelta stilistica. La totale mancanza di musiche e di colpi di scena, voluta dagli autori al fine di rendere cruda la documentazione, toglie totalmente ritmo alla pellicola che inevitabilmente perde la forza che potrebbe avere.
- Alcuni aspetti storici vengono dati per scontati e se mentre chi scrive è laureto in storia e percepisce tante piccole chicche e sottigliezze, chi guarda il film non ha, inevitabilmente, gli stessi mezzi.

Ad ogni modo un grandissimo lavoro e un bellissimo esperimento di trattazione alternativa di un argomento sicuramente non facile.


Voto: 8

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